Mostafa Mastur, nasce ad Ahvaz nel 1964. Pubblicail suo primo racconto nel 1991 e la sua prima raccolta nel 1998. A partire dal 2000, grazie ad un crescente successo di pubblico e di critica, testimoniato da numerose ristampe delle sue opere e dall’attribuzione di diversi premi letterari, Mastur viene considerato tra gli scrittori iraniani più interessanti della generazione arrivata alla letteratura seguendo gli ideali della rivoluzione.
Sperimentando forme narrative e linguaggi diversi, Mostafa Mastur si inoltra nei più diversi campi della cultura, passando dalla filosofia, al cinema, al teatro. Fine traduttore, fa conoscere in Iran le opere di Raymond Carver. Da una profonda riflessione sul senso di fallimento dell’uomo rispetto alla vita come esperienza dell’altro, di sé e di Dio, Mastur elabora storie di autentica umanità, ritraendo personaggi complessi e pulsanti che, dibattendosi tra ansie e interrogativi insistenti, raccontano di un Iran vivo e multiforme. |
Mohammad Hossein Mohammadi nasce nel 1975 a Mazar-e Sharif (Afghanistan) e cresce in Iran, dove la sua famiglia si era rifugiata alcuni anni dopo la sua nascita. Conseguito il diploma, rientra in Afghanistan per studiare medicina a Balkh, ma l’arrivo dei Talebani lo costringere a rientrare precipitosamente in Iran. Dopo aver attraversato un periodo difficile durante il quale lavora anche come garzone in una sartoria, supera il concorso per l’ammissione all’Università della Radio e Televisione iraniana e inizia a dedicarsi alla letteratura. Collabora con diverse riviste letterarie e dirige la Casa della Letteratura afgana. Anjirha-ye sorkh-e Mazar (“I fichi rossi di Mazar-e Sharif”) è la sua prima raccolta di racconti con la quale ha vinto i premi Golshiri, Mehregan e Isfahan. Successivamente ha pubblicato due romanzi, una seconda raccolta di racconti e diversi saggi di storia e di critica letteraria.
Nahid Tabatabai, nata a Tehran nel 1958, si laurea in drammaturgia, mostrando fin da adolescente una spiccata predilezione per la narrativa. La sua ricca produzione include raccolte di racconti e romanzi, di cui Chehelsaleghi (“A quarant’anni”), pubblicato nel 2000, è il primo. La sua prima raccolta di racconti risale invece al 1991. Nel 1993 pubblica il racconto Hozur-e abi-ye Mina (“La presenza azzurra di Mina”), che le vale l’assegnazione di un premio speciale in occasione della celebrazione per i vent’anni della letteratura post-rivoluzionaria. Con una prosa semplice, intessuta da una fitta trama di dialoghi, Nahid Tabatabai racconta vicende quotidiane di persone comuni, per lo più donne, le cui esistenze spesso dominate dall’ansia e dall’insicurezza si svolgono come dei veri e propri microdrammi.
Fariba Vafi, una delle figure più significative del panorama letterario iraniano contemporaneo, nasce a Tabriz nel 1962. Dopo il diploma e un breve periodo di lavoro in fabbrica, frequenta a Tehran la scuola di formazione della polizia femminile islamica. Rientrata a Tabriz, viene impiegata come guardia carceraria ma abbandona il lavoro dopo solo tre mesi. Fin da giovane coltiva il sogno di diventare scrittrice e, dopo il matrimonio, pur vivendo lontana dagli ambienti letterari della capitale, riesce ad imporsi all’attenzione della critica e dei lettori. Pubblica il suo primo racconto, Râhat shodi pedar (“Ora sei in pace, papà”) nel 1988. Nel 1996 dà alle stampe una prima raccolta e quindi quattro romanzi, di cui Come un uccello in volo è il primo tradotto in italiano. Attualmente vive con la famiglia a Tehran.
|
|